Il roccocò è un dolce tipico napoletano realizzato con
mandorle,
farina,
zucchero e varie
spezie. È cotto al forno e ha una forma tondeggiante simile a quella di una ciambella schiacciata. Viene fuori un biscotto particolarmente duro che ben si presta a essere bagnato nel
vermouth, nel
vino bianco, nel
marsala o anche nello
spumante.
Tradizione vuole che questo biscotto faccia la comparsa sulle tavole dei napoletani, quindi anche a
Ischia, il giorno della
Ss. Immacolata, l’8 dicembre, e accompagni i fine pasto dei partenopei per tutto il periodo delle
vacanze natalizie. Il nome deriva probabilmente dal francese "
rocaille" che significa, grosso modo, conchiglia.
Di seguito gli ingredienti e la preparazione:
-1/2 kg di farina |
-12 gr. di pisto (e/o cannella) |
-1/2 kg di zucchero |
-2 gr. ammoniaca per dolci |
-300 gr. di mandorle sgusciate |
-150 gr. di acqua |
-1 buccia d'arancia e 1 di limone grattugiate
|
-1 uovo
|
La realizzazione è abbastanza semplice. Disporre
farina e
zucchero a fontana sul piano di lavoro e successivamente aggiungere in sequenza:
mandorle (una parte intere, l’altra tritate);
buccia d’arancia e di limone grattugiate;
spezie in polvere (
pisto) o
cannella; un pizzico di
ammoniaca per dolci;
acqua.
Favoloso!
Lavorare l’impasto finchè non ottiene una consistenza adeguata. L’amalgama è completato quando la pasta si stacca dal piano di lavoro. Dividere l’impasto in singole porzioni. Da ciascuna porzione vanno ricavati dei bastoncini a cui poi subito dopo si provvede a dare la forma di ciambella.
In un piatto sbattere un
uovo senza lavorarlo troppo. Servirà per la spennellatura dei dolci dopo averli riposti in una teglia su
carta da forno, badando bene a che siano sufficientemente distanziati l’uno dall’altro.
Cuocere per mezz’ora circa (anche meno) in
forno ventilato a 180°C già caldo, facendo attenzione alla doratura delle singole ciambelle. Toglierle mano a mano che si coloriscono.
Una volta pronti, far raffreddare i roccocò (va bene adagiarli anche sulla griglia del forno), dopo di che sono pronti per essere mangiati, anche se è parere quasi unanime che siano necessari un paio di giorni di riposo per gustarne a pieno il sapore. Se piacciono più duri l'ideale è chiuderli in un contenitore di latta; viceversa possono pure essere lasciati all'aperto.